E’ con sgomento continuo che leggo e sento per TV da alcune settimane, le dichiarazioni di un Ministro dello Sport e di tanti Dirigenti sportivi, in ispecie del calcio sulla prossima ripresa delle attività sportive e, negli ultimi giorni, anche in Europa e nel mondo.
Si fanno dichiarazioni sulla prossima ripresa degli allenamenti e delle partite di calcio addirittura da maggio, mentre, allo stesso tempo, il Giappone mette in forse che si possa organizzare l’Olimpiade anche nel 2021 allarmando il C.I.O. che minaccia sanzioni (al virus?).
Tutto ciò dimostra il senso di irresponsabilità del mondo dello sport professionistico, dal calcio alla pallacanestro etc. malato, ipocrita, che pensa solo in termini affaristici, e che corre dietro al danaro, suo unico e vero Dio, che si riempie di debiti con il sistema bancario, ritenendo che prima o poi i Governi, come già successo nel passato, ripianino i loro folli deficit scaricando le passività sulle spalle di tutti i cittadini.
Tutti sanno che lo sport, per sua intrinseca natura, e nella quasi totalità delle sue espressioni disciplinari, è caratterizzato dal contatto fisico prolungato, sia nei luoghi di gara che nei servizi annessi, per non parlare degli sportivi “seduti” stretti l’uno all’altro sugli spalti e negli altri luoghi di aggregazione sociale tra urla ed abbracci.
Certo in futuro si riprenderà in sicurezza, solo dopo che tutti saremo stati vaccinati e non si sa se basterà una sola vaccinazione.
Oggi sappiamo che, con le dovute accortezze, sarà possibile praticare alcune discipline sportive, come tennis, nuoto, ginnastica, atletica leggera, tennis tavolo, lo yoga e similari, ovvero lì dove è possibile controllare efficacemente il distanziamento sociale di m 2, con l’uso della mascherina e con l’igiene (acqua e sapone) evitando la promiscuità, con forti dosi di sanificazioni prima, durante e dopo l’attività.
Bene, ad oggi, dopo più di 40 giorni dall’espandersi dell’epidemia, nulla è stato fatto dal Governo e soprattutto dalle Dirigenze sportive deputate (CONI, FSN, EPS, etc) e nel resto del mondo, ma si parla solo di una cosiddetta “fase 2”, un messaggio fuorviante e che nessuno riesce a comprendere cosa possa significare.
Ancora non esistono dei protocolli condivisi e possibilmente efficaci, dal punto di vista sanitario, per regolamentare quelle discipline sportive che possono rispondere ai requisiti generali della normativa di emergenza.
Si badi bene che solo per applicare bene le regole generali del distanziamento sociale e l’uso delle mascherine adeguate e della sanificazione quotidiana di tutti i luoghi utilizzati e controllare che vengano rispettate tali norme, vi è la necessità impellente di costruire un’organizzazione complessa e costosa e, quindi, chiaramente antieconomica, e ciò di certo sarà difficile da fare a Napoli e nella Regione. Ovviamente i privati non apriranno ed il pubblico dovrà farsene carico se ne è capace.
Le Società sportive che possono permetterselo si contano sulle dita di una sola mano. Altresì è importante educare ed ottenere la responsabilizzazione dei singoli; di certo non la si potrà pretendere dai giovanissimi dai 5 ai 13 anni, per la naturale ed incomprimibile esuberanza e capacità di autocontrollo, che quindi nella gran parte verranno esclusi dalla pratica sportiva.
Tutte le altre società, e sono centinaia nella nostra Regione, che hanno organizzato fino a ieri lo sport di base, sociale ed anche agonistico, sono tagliate fuori e destinate in breve a scomparire.
Le grandi funzioneranno solo in perdita per qualche anno sempre se saranno aiutate dallo Stato nelle sue diverse forme di organizzazione.
Lo stesso discorso vale anche per la scuola vista la ipotizzata ripresa dal 1 settembre, anche perché le palestre sportive delle stesse sicuramente saranno adibite, per lo più, ad aule didattiche per rispettare le norme in essere (distanziamento sociale).
Le scuole di ogni ordine e grado, le Università, cercheranno di ampliare quanto più è possibile la didattica e gli esami da remoto, ma non si capisce come si possa assicurare la didattica frontale a più della metà degli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado non ancora informatizzate; per le Università del Sud il discorso in teoria è possibile.
Certo tali soluzioni, nella gran parte, possono funzionare solo momentaneamente, per l’anno scolastico o accademico a partire dal 1 settembre2020, nella migliore delle ipotesi
Sarà comunque un trauma sociale enorme, specie per i più giovani e tutto il tessuto sociale ne risentirà per lungo tempo, nel frattempo si sgretolerà, e ci vorranno anni per poterlo ricostruire.
I rapporti inter-familiari, quello dialettico docente-discente, quelli interpersonali tra i compagni di studio, i vicini di casa o di quartiere, saranno profondamente destabilizzati.
Inutile parlare dell’impreparazione che ha dimostrato il mondo politico ed economico in Italia e nel Mondo, così anche dei mass-media, che in questi circa due mesi hanno lanciato messaggi fuorvianti, per la capacità dei singoli di comprenderne il significato.
È inutile elencarli, e poi come si fa a proibire a tutti i cittadini qualcosa di pericoloso incomprensibile, se si fa vedere in TV o leggere sui giornali che vengono ripresi gli allenamenti o addirittura si gioca nel mondo dorato del calcio o si ripristinano servizi non essenziali in una Regione sì ed un’altra no, in una nazione sì ed in un’altra no?
E poi ci meravigliamo delle code di automobili nella fuga verso il mare o la montagna che si è verificato in questi giorni festivi e si riproporrà, speriamo di no, nei prossimi lunghi week-end nonostante i divieti predisposti dalle forze di Polizia e dall’esercito ed annunziati in maniera pressante tramite i mezzi di informazione.
Questa è la dimostrazione lampante della perdita di credibilità della classe dirigente e dei mass-media nella conduzione dell’emergenza in atto non si può vietare ciò che non si è grado di controllare.
I buoi stanno scappando dalle stalle in Italia e nel Mondo e tutto questo sarà pagato caramente da tutti, buoni e cattivi.
Con tristezza mi domando: cosa potrà succedere domani, nei prossimi tempi, quando si dovranno fronteggiare calamità di altra natura difficilmente contenibili? e penso ai cambiamenti climatici, alla penuria di acqua, all’emigrazione forzata per fame o per le guerre.
Tutto ciò ci cadrà addosso all’improvviso in poco tempo, e nulla potremo fare di fronte alla paura di masse inferocite dalla fame o dalla perdita di un benessere acquisito e che ora hanno perso per sempre.
Ciò che fino a qualche mese fa era previsto che accadesse tra mille anni, se non si fossero adottate in tempo politiche di prevenzione, oggi è già alle nostre porte, sotto gli occhi di tutti.
Assisteremo atterriti e paralizzati dalla catastrofe, come gli abitanti di Pompei ed Ercolano, ma diversamente da allora lo “tsunami” sarà mondiale ed assisteremo impotenti ad esso come oggi assistiamo impotenti al propagarsi del virus nel Mondo e non riusciamo a mantenere i nostri concittadini in casa, unico efficace baluardo sperimentato nei secoli, per bloccare l’espandersi del flagello.
Un piccolo microscopico virus oggi ha sconvolto la vita dei popoli, la loro economia la loro certezza di un futuro più vivibile per tutti. Le classi dirigenti ormai sono KO. Cosa saranno capaci di fare nel prossimo futuro?
Ma cosa vogliamo pretendere da questi Signori se non si è capaci di bloccare almeno lo sport? Il futuro è già presente: mascherina a vita e distanziamento sociale!
Elio Cosentino
Professore Universitario di Pianificazione e Gestione del Territorio, Analisi Costi e Benefici; Dirigente Sportivo; Presidente del CUS Napoli